giovedì 12 aprile 2018

Lievito di birra - che cosa è, quantità e tempi di lievitazione




Il lievito di birra era già noto agli antichi egizi (senza che ne conoscessero però il processo di fermentazione).
I
produttori di birra classificano i lieviti come ad alta o bassa fermentazione.
I lieviti ad alta fermentazione (così chiamati perché galleggiano sulla superficie della birra) preferiscono temperature più alte, e danno alla birra un profilo aromatico complesso, con toni fruttati e speziati. Il classico lievito ad alta fermentazione è il
Saccharomyces cerevisiae, conosciuto come ale yeast. Esso è probabilmente il lievito più importante nell'ambito dell'alimentazione umana e il suo utilizzo è noto fin dall'antichità per la panificazione e la produzione di birra e vino. 
La lievitazione è il frutto di una reazione chimica che trasforma il glucosio in anidride carbonica e alcol etilico. L'anidride carbonica rimane intrappolata nella maglia glutinica, formando le bolle che provocano l’aumento di volume e rendono soffice l’impasto. L’anidride carbonica evapora durante la cottura, lasciando gli alveoli tipici degli impasti
lievitati.
L'alcol etilico prodotto dalla fermentazione innescata con il lievito di birra essendo molto rapida è il motivo per cui alcune persone non amano il sapore dei prodotti creati con questo lievito.
Il vantaggio del lievito di birra è quello di ottenere impasti lievitati in tempi rapidi, ma a sfavore di aroma, digeribilità e conservazione.
Per ottenere prodotti più digeribili e dal sapore migliore occorre diminuire la quantità di lievito, aumentando i tempi di lievitazione ( con conseguente utilizzo di farine forti che contengono una maggiore quantità di glutine).
L'impasto può essere lasciato a lievitare a "temperatura ambiente" (preferibile 28-30°C, ottenibile avvolgendo l'impasto in canovacci e posto a riposare vicino ad un calorifero, nel forno spento con la luce accesa.....) oppure "in frigorifero" (dove la lievitazione inevitabilmente rallenta, in quanto, al di sotto degli 8-10°C viene bloccato il metabolismo dei lieviti). La seconda opzione è la scelta ottimale se abbiamo problemi di tempistica e si vuole riprendere l'impasto in un momento successivo a quello previsto. Durante il riposo in frigorifero, il metabolismo dei lieviti si blocca, ma le reazioni chimiche dovute alle proteine continuano e quando riprenderemo l’impasto il contenuto di zuccheri semplici sarà molto più alto, quindi la lievitazione, una volta riattivata, avverrà in maniera molto più rapida ed efficiente, perché i lieviti avranno subito a disposizione una maggiore quantità di zuccheri semplici.
Di seguito la tabella riassuntiva relativa alle quantità e tempi di lievitazione:


Indicativamente con mezzo kg di farina si ottiene un impasto per 2 pizze rotonde classiche.

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